Perché sempre più giovani scelgono di essere NEET? Le cause nascoste

I NEET sono persone, generalmente giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni, che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in alcuna attività di formazione. L’acronimo NEET deriva dall’inglese “Not in Education, Employment or Training”, letteralmente “Non (attivo) in istruzione, occupazione o formazione”. Negli ultimi anni purtroppo, il fenomeno ha acquisito una crescente rilevanza in tutto il mondo, specialmente in Italia.
Essere NEET significa trovarsi in una sorta di limbo tra la scuola e il mondo del lavoro senza prospettive immediate. Ma cosa spinge sempre più giovani a diventare NEET? Esploriamo le cause nascoste dietro questa tendenza negativa.

Crisi economica e mercato del lavoro

Uno dei fattori principali che contribuiscono al fenomeno dei NEET è la crisi economica. Gli anni di recessione hanno portato a un aumento della disoccupazione giovanile. Secondo l’ISTAT, la disoccupazione giovanile in Italia è rimasta sopra il 20% per oltre un decennio, creando un mercato del lavoro altamente competitivo e difficile da penetrare per i giovani.

Le aziende tendono a preferire lavoratori con esperienza, riducendo le opportunità per i giovani che cercano di entrare nel mondo del lavoro. Questo circolo vizioso scoraggia molte persone a cercare attivamente un’occupazione, alimentando il fenomeno dei NEET. Anche la precarietà lavorativa, caratterizzata da contratti temporanei e mal pagati, contribuisce a questo problema.

Sistema educativo inadeguato

Il sistema educativo italiano, spesso criticato per la sua obsolescenza e mancanza di allineamento con le esigenze del mercato del lavoro, rappresenta un’altra causa significativa del fenomeno NEET. Molti giovani completano gli studi senza acquisire competenze pratiche o tecniche richieste dalle aziende moderne. Le università e le scuole superiori tendono a focalizzarsi su un approccio teorico piuttosto che su uno pratico.

Inoltre, l’orientamento professionale inadeguato porta molti studenti a scegliere percorsi di studio che non offrono buone prospettive lavorative, aumentando il rischio di diventare NEET dopo la laurea. L’assenza di stage e tirocini efficaci che possano collegare gli studenti al mondo del lavoro aggrava ulteriormente questa situazione.

Fattori psicologici e sociali

Oltre agli aspetti economici ed educativi, esistono cause psicologiche e sociali che contribuiscono all’aumento dei NEET. Molti giovani affrontano ansia e depressione, spesso legate all’incertezza del futuro e alla pressione sociale. La mancanza di supporto psicologico e e in molti casi anche di un ambiente familiare stabile può portare i giovani a perdere fiducia nelle proprie capacità, rinunciando a cercare un impiego o a proseguire gli studi.

La società contemporanea, caratterizzata da una rapida evoluzione tecnologica e da un costante confronto sui social media, può generare una sensazione di inadeguatezza nei giovani. Molti si sentono incapaci di raggiungere gli standard di successo promossi dai media e preferiscono ritirarsi piuttosto che affrontare il giudizio sociale.

Perché sempre più giovani scelgono di essere NEET? Le cause nascoste

Influenza della tecnologia

La tecnologia gioca un ruolo ambivalente nel fenomeno NEET. Da un lato, offre opportunità di lavoro remoto e nuove forme di impiego tramite piattaforme digitali. Dall’altro, l’accesso illimitato a Internet e ai dispositivi digitali può portare i giovani a sviluppare una dipendenza da social media, videogiochi e altri passatempi online, sottraendo tempo ed energia alle attività produttive.

La dipendenza dalla tecnologia può portare all’isolamento sociale e alla mancanza di motivazione per cercare un impiego o completare un percorso di studi. Inoltre, l’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) sta ulteriormente rivoluzionando il mercato del lavoro, richiedendo competenze sempre più specializzate che molti giovani non possiedono.

Mancanza di politiche di supporto

Le politiche governative svolgono un ruolo cruciale nel supportare i giovani nella transizione dalla scuola al lavoro. Tuttavia, in molti paesi, incluse alcune nazioni europee, le politiche di supporto sono spesso insufficienti o inefficaci.
Nel nostro Paese, la mancanza di un sistema di welfare adeguato per i giovani, insieme a politiche occupazionali frammentate, rende difficile affrontare efficacemente il problema dei NEET. Gli investimenti in programmi di inserimento lavorativo e in iniziative imprenditoriali giovanili potrebbero fornire soluzioni significative a questa sfida.

Disuguaglianze regionali

In Italia, le disuguaglianze regionali sono un altro fattore che alimenta il fenomeno dei NEET. Le regioni del Sud, in particolare, soffrono di tassi di disoccupazione giovanile più elevati rispetto al Nord, a causa di una minore presenza di industrie e opportunità lavorative. Queste disparità regionali portano molti giovani a emigrare verso il Nord o all’estero in cerca di lavoro, ma non tutti riescono a fare questo passo.
Molte regioni meridionali, caratterizzate da una minore disponibilità di risorse economiche e infrastrutturali, affrontano maggiori difficoltà nel creare ambienti stimolanti e opportunità per i giovani, aumentando così il rischio di diventare NEET.

Cultura familiare e aspettative sociali

Infine, la cultura familiare e le aspettative sociali influenzano profondamente le scelte dei giovani. In alcune famiglie, vi è una forte pressione a seguire percorsi tradizionali di istruzione e carriera, che potrebbero non rispecchiare le aspirazioni personali dei giovani. Questo può portare a frustrazione e demotivazione, spingendo alcuni a ritirarsi dalle attività educative e lavorative.
Inoltre, in alcune culture, i giovani tendono a rimanere a lungo nella casa dei genitori, ritardando il momento dell’ingresso nel mondo del lavoro e dell’assunzione di responsabilità economiche e sociali.

Conclusioni

Il fenomeno dei NEET è complesso e multifattoriale, con radici che affondano in questioni economiche, educative, psicologiche e sociali. Per affrontare efficacemente questo problema, è necessaria una collaborazione tra governi, istituzioni educative, aziende e famiglie.
È fondamentale investire in un sistema educativo che prepari i giovani alle sfide del mercato del lavoro moderno e promuovere una cultura che valorizzi l’istruzione e il lavoro come strumenti di realizzazione personale e sociale.

Se hai trovato utile questo articolo condividilo sui social media. In questo modo potrai supportare il blog. Grazie.

Articolo precedenteGuida ai cosmetici naturali: Pelle sana e rispetto per l’ambiente
Articolo successivoFilter bubble: La pericolosa prigione digitale che limita le tue conoscenze